Articolo del giorno 30/01/2004 in prima pagina del CORRIERE ADRIATICO
paradossi e priorita'
ESISTE una possibilità di rapportare la Cultura alla Sanità? Potrebbe essere un paradosso ma i due Settori, che in sigla potremmo chiamare Ssr (Servizio Sanitario Regionale) e Scr (Servizio Culturale Regionale) possono avere delle analogie, come dire, "politiche". Pur nella giusta considerazione di una priorità dell'uno sull'altro (priorità non solo nella scala dei valori sociali e umani, ma anche nei costi, in quanto il Sanitario è incidente sul bilancio regionale per l'85% mentre il Culturale è zero virgola qualcosa) entrambi sono lo specchio di questa società. Ciò che noi tutti non vorremmo che la nostra civiltà sia come quel Titanic dove si sta consumando un ... Ultimo Valzer. Investire in Sanità, come nella Cultura, è nelle prerogative di uno Stato che deve debellare il pericolo di un imbarbarimento sociale. "La vita va vissuta" (e aggiungerei... ma in modo qualitativo!). E si vive in senso "salutare" anche grazie alla cultura. E' per questo che sia il Ssr che il Scr devono dare risposte ai bisogni della collettività. Chi non sarebbe fiero di avere un ospedale che ospiti un degente senza che si senta un numero? O un pronto soccorso che non lasci il sofferente in... panchina? O un team medico capace di dare soluzione ai problemi del malato? Oggi invece si discute delle nomine dell'Asur, e credo proprio che esse siano l'ultimo dei problemi che interessano alla gente. Gli interessi generali sono rivolti ai risultati dell'azione intrapresa dalla Regione per la razionalizzazione della spesa, per la valorizzazione delle sinergie fra ospedali e delle professionalità mediche a disposizione. Quanto incide la spesa pubblica sulle risorse degli enti pubblici? E' possibile abolire gli sprechi, quel malcostume di far ricadere sulla spesa pubblica gli interessi privati?.
Al di là dei campanili, delle rivendicazioni da "strapaese", che funzioni il pronto soccorso in ogni città! Che per la cura si sviluppi la specializzazione, la sinergia fra ospedali con un ragionare "europeo" . E mentre parlo di Sanità mi accorgo che gli stessi principi, cambiando settore, valgono per l'attività culturale. Nel passaggio del secolo la parola che sembra essere diventata l'obbiettivo della politica è racchiusa in quattro lettere: Rete. Ospedali in rete, istituti scolastici in rete, servizi di smaltimento dei rifiuti in rete....teatri in rete. Ogni città ha il suo teatro, un luogo dove i bambini e gli adulti possano accrescere "canoscenza e virtude". Ma non tutte le città possono svolgere la stessa programmazione, non possono pretendere di svolgere una funzione leader sia nel campo della lirica, della prosa, della musica ecc .... Occorre capire e gestire la rete pubblica, differenziare gli investimenti pubblici, proprio come nella Sanità. Il rischio è che queste reti da oggetti reali divengano virtuali. Proprio come un software che si ribella al suo hardware come in un racconto di Stephen King, o come le braccia e l'intestino nell'apologo di Menenio Agrippa, un altro esemplare connubio fra medicina e cultura! (Niente di sorprendente: anche il Presidente della Fondazione del Teatro Stabile, l'onorevole Renato Galeazzi, non è forse un rinomato specialista di malattie dell'apparato digerente?).
MASSIMO PULIANI